PAC, via libera del Consiglio alla proposta di revisione della Commissione
Rivedere alcune disposizioni della Politica agricola comune per semplificare le procedure, ridurre gli oneri per le imprese agricole, soprattutto le più piccole, e rendere più flessibili gli obblighi da rispettare per alcune dei requisiti della condizionalità rafforzata.
Queste, in estrema sintesi, le proposte avanzate dalla Commissione europea in risposta alle proteste degli agricoltori scoppiate in tutta Europa e alle richieste delle organizzazioni agricole e degli Stati membri. Una parziale revisione della PAC che ha ottenuto il parere favorevole nel CSA del 26 marzo e che godrà di un percorso "accelerato" di approvazione, garantito dalla procedura d'urgenza, con l'obiettivo di chiudere l'intero processo entro "la fine della primavera".
Il prossimo passo è quello di ottenere il via libera dell'Europarlamento, che dovrebbe esprimersi sulla posizione nella plenaria del 22-25 aprile 2024.Il regolamento dovrà quindi essere formalmente adottato dal Consiglio, firmato dai rappresentanti del Consiglio e del Parlamento europeo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Come detto, nella migliore delle ipotesi prima dell'inizio dell'estate.
La proposta legislativa presentata il 15 marzo integra le azioni a breve termine della Commissione già in corso per contribuire a ridurre gli oneri amministrativi per gli agricoltori e punta a trovare un giusto equilibrio tra la necessità di mantenere il ruolo della PAC nel sostenere la transizione dell'agricoltura europea verso un'agricoltura più sostenibile, le aspettative degli agricoltori e degli Stati membri.
Secondo la Commissione, le modifiche, che riguardano alcuni elementi del regolamento sui Piani strategici della PAC e del regolamento cosiddetto "orizzontale", consentirebbero di "mantenere un elevato livello di ambizione ambientale e climatica nell'attuale PAC".
In parallelo con questa iniziativa, ha inviato al Consiglio e al Parlamento europeo un documento di riflessione che delinea diverse misure per migliorare la posizione degli agricoltori nella catena di approvvigionamento alimentare.